La migliore ricetta per prendere una decisione:
- due sistemi di Mente spremuti a freddo
- sei fette di Pensiero laterale
- due respiri profondi
- un etto e mezzo di Sostac
- un’insalata di Euristica e Bias cognitivi
- due manciate di consapevole Mindfulness
- mezzo bicchiere d’acqua con un cucchiaino di suggestione e un “Come?”
🙂 a parte gli scherzi… (ma non del tutto)
Come prendere una decisione quando si devono mettere d’accordo più persone?
Vi sarà sicuramente capitato di partecipare a quelle riunioni di lavoro dove si deve prendere una decisione importante e un collega avanza la sua proposta? Quante volte avete assistito alla divisione dei partecipanti in due gruppi: quelli che sostengono l’idea del collega e quelli che ne sottolineano tutti gli svantaggi. Avete avvertito la tensione che si crea? Come è andata a finire?
In sé questo non è un difetto, ma quello che spesso manca è una visione più generale che prenda in considerazione altri aspetti importanti per prendere una decisione.
Edward De Bono, l’ideatore del Pensiero Laterale, (qui alcuni libri), formulò un metodo per rendere meno personali gli interventi a queste riunioni, scaricare le tensioni che si creano e poter analizzare in tutte le sue sfumature il problema e la soluzione prospettata.
Il metodo è quello dei “6 cappelli per pensare”.
- Il cappello bianco
- il cappello rosso
- il cappello nero
- il cappello giallo
- il cappello verde
- il cappello blu
Ogni cappello rappresenta un modo di vedere e analizzare il problema su cui si deve prendere una decisione:
Possiamo dividerli in tre coppie e ogni coppia contiene cappelli dal valore opposto.
Il cappello Bianco rappresenta i dati oggettivi senza argomentazioni, solo dati: fatti e cifre.
Quando indossiamo il cappello bianco dobbiamo pensare in maniera neutra senza aggiungere le nostre interpretazioni, il nostro punto di vista.
All’opposto il cappello Rosso dĂ libero sfogo alle emozioni, senza la necessitĂ di doverle giustificare. Piace, non piace! Pensare con la pancia o con il cuore come direbbero alcuni, fiutare la soluzione giusta.
Quante volte avrete sentito dire la frase: “A naso, bisogna entrare in questo business”.
Il cappello Nero è forse uno dei cappelli più difficili da gestire, proprio perché il più usato: per contraddire, per screditare, sottolineare incoerenze e mostrare scenari svantaggiosi.
Indossare tutti il cappello Nero permette di fare le “pulci” alla proposta da tutte le angolazioni. Una volta fatte ci si è tolti il pensiero. Tutti i possibili aspetti negativi sono lì, ben descritti in una lunga lista condivisa.
All’opposto il cappello Giallo ci permette di guardare gli aspetti positivi, i possibili vantaggi e guadagni. Il cappello Giallo simboleggia quindi la solaritĂ , l’ottimismo, l’essere costruttivi e propositivi.
Il cappello Verde incarna il pensiero creativo, la ricerca delle alternative. Guardare le cose da una prospettiva diversa per scoprire come fare la stessa cosa in un modo nuovo. Chi pensa con il cappello Verde non si ferma alla prima soluzione, perché non è detto che questa sia la migliore.
Infine il cappello Blu: gestire il pensiero.
Quando si indossa il cappello Blu non si pensa alla proposta ma alla gestione del processo che ci porta ad analizzarla con tutti gli altri cappelli. Con il cappello Blu si pianifica, si programma, si struttura e si processa il cammino di analisi della proposta.
L’idea geniale sottostante a questo metodo, ormai lo avrete capito, è quella del gioco di ruolo. Ogni partecipante, indipendentemente dalla sua indole, come un attore, deve, indossando simbolicamente i vari cappelli, “recitare” tutti i ruoli a disposizione senza chiudersi in quello a lui più congeniale per carattere.
In questo modo ad ogni cambio di cappello, tutti indossano lo stesso cappello, tutti sono dalla stessa parte, tutti concorrono a spiegare la proposta dallo stesso punto di vista.
Ora avete un’idea di come sarebbe meglio prepararsi a prendere una decisione sia essa in ambito aziendale ma, perchè no, anche in quello personale. A volte però non c’è il tempo o, se c’è, consideriamo piĂą importante agire che fermarci a riflettere e preferiamo imboccare una porta piuttosto che un’altra.
Dove saremmo se avessimo preso una decisione diversa? E soprattutto se avessimo saputo che a prendere quell’importante decisione è stato il nostro Sistema impulsivo e irrazionale mentre noi siamo, o meglio, ci siamo convinti che quella era l’unica scelta razionale possibile?
Eh sì, la nostra meravigliosa mente è in effetti dotata di due sistemi: il Sistema 1 detto anche del Pensiero veloce e il Sistema 2, quello del Pensiero lento di cui l’uso consapevole dei “6 cappelli per pensare” ne è un esempio.
La teoria dei 2 sistemi di pensiero dello psicologo Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia nel 2002, ha influenzato molti settori tra i quali quello pubblicitario e del web marketing oltre a quello sugli investimenti in economia e molti altri.
Il sistema 1, spiega Kahneman, è quello primitivo (combatti, fuggi, rimani immobile), è intuitivo, inconsapevole, rapido. Lo usiamo tutti i giorni mentre ci allacciamo le scarpe, prepariamo la solita colazione pensando alla riunione in azienda o è quello che, guidando la macchina, mentri sei perso nei tuoi pensieri, ti porta, senza che te ne accorga, in azienda o a casa dei tuoi genitori perché sono i tragitti che fai più frequentemente (questo è il mio caso).
Il sistema 1 è economico, si basa su modelli fortemente consolidati in noi che permettono di non dover reinventare “la ruota” ogni volta. Il Sistema 1 è fatto per utilizzare le scorciatoie: l’euristiche, appunto, che sono delle strategie mentali, di solito delle regole semplici, per affrontare i problemi, il percorso più rapido per andare da A a B.
I Bias cognitivi: ecco un altro elemento importante per saper prendere una decisione
I bias cognitivi, possiamo dire semplificando, sono una sorte di errore di sistema, radicato nella nostra mente e difficilmente superabile se non con la consapevolezza e la presenza ai nostri pensieri. I bias sono come dei filtri, incanalatori di pensiero, che spingono la nostra mente a prendere continue scorciatoie.
I ricercatori ne hanno trovati piĂą di 200.
Ma facciamo un esempio pratico (qui il riferimento è all’anno 2021 della pandemia Covid): Il Green Pass rende sicuro lo stare assieme.
In questo caso almeno tre bias cognitivi entrano in campo:
1) “Bias blind spot o Bias del punto cieco: Nella maggioranza dei casi, non ci rendiamo conto di subire gli effetti dei nostri stessi bias” (quasi sempre presente)
2) “Availability cascade o DisponibilitĂ a cascata: PiĂą una convinzione viene ripetuta pubblicamente e piĂą tenderĂ a guadagnare plausibilitĂ , sembrando sempre piĂą corretta e vera.”
3) “Authority bias o Bias dell’autoritĂ : Tendiamo a valutare in modo migliore e a ritenere piĂą accurata e valida l’opinione proveniente da una figura che ricopre un ruolo di autoritĂ nei nostri confronti.”
La decisione
“Sto guidando ormai da tre ore. Sto bene … almeno credo.
Manca poco al confine e la radio giĂ spara musica tirolese.
Continuo a ripetermi di aver fatto la scelta giusta, ma non sono più così sicuro come quando, in tutta fretta, ho fatto la valigia e mi sono messo in viaggio.
La neve batte fitta sul finestrino e ho voglia di cantare. O di urlare.
Forse non dovevo partire.
Esco dall’autostrada per un caffè in uno di quei tipici locali del posto; molto meglio di una stazione di servizio, almeno spero.
La ragazza seduta alla cassa fa un cenno di saluto con il capo e sorride con i suoi profondi occhi neri. Leggo il nome “Espada” in bella vista sul cartellino appuntato al petto. “Spagnola”, penso.
Ordino, pago.
Con gesto aggraziato fa per darmi il resto, ma poi alza lo sguardo dietro di me, inclina il capo leggermente in avanti e urla con voce un po’ stridula: “Ehi niño, ti ho visto sai!”.
Mi giro. AvrĂ avuto si e no dieci anni, capelli lisci e unti, sguardo sfacciato.
Senza fretta, svogliatamente, rimette sullo scaffale il pacchetto di gomme che aveva fatto sparire in tasca. Quindi fissa torvo la cassiera, caccia fuori la lingua in gesto di sfida e s’incammina tranquillo verso l’uscita.
La ragazza abbozza un sorriso, mi fa l’occhiolino e, mimando con le dita un colpo di pistola, sussurra compiaciuta: “beccato”!
Poi si alza e mi passa accanto, con calma. Ancheggia sinuosamente nei suoi Levi’s aderenti; i tacchi a spillo delle sue scarpe color Ferrari ticchettano sul pavimento scandendo ogni passo.
Con la tazza calda in mano mi avvicino lentamente alla vetrata. Fuori la neve si è tramutata in pioggia sottile e sui marciapiedi si è già formata una scura poltiglia.
Bevo un sorso e socchiudo gli occhi. Il caffè è incredibilmente buono, chi l’avrebbe mai detto. Mi ricorda il gusto della miscela che era solita preparare mia nonna. Quanti anni sono passati.
Mi siedo, faccio un lungo sospiro, come servisse a scrollarmi l’incertezza che ancora mi sento addosso e nel petto.
Riprendo a osservare la gente che cammina infreddolita sotto la pioggia, sferzata dal vento.
D’un tratto lo riscorgo tra i passanti. Lo fisso mentre con aria impertinente si avvicina alle spalle di una bambina più piccola – sua sorella? – che subito inizia a torturare, dandole spinte e tirandole i capelli. Questa si gira stizzita e gli urla qualcosa, mentre la madre, impotente, lo implora di smetterla.
Lui se la ride. Decide allora di dare un ultimo strattone alla piccola prima di scappare via veloce.
Pessima scelta: in un attimo scivola e si ritrova disteso sul marciapiedi, il sorriso spavaldo trasformato in una smorfia, mentre fissa stupefatto le sue mani e i vestiti insudiciati.
Volgo lo sguardo a Espada, la ragazza è di nuovo seduta alla cassa. Sfoglia una rivista di abiti da sposa e sospira; con mano distratta cerca intanto una qualche stazione radio. Mi guarda. Ancora quel sorriso.
Finisco il caffè con un lento ultimo sorso, poso la tazza e mi alzo deciso verso l’uscita mentre inizia una nuova canzone.
Ho deciso. Ora so quale è la cosa giusta da fare.”
G.S.A.
Fare la scelta giusta: prendere una decisione e agire oppure procrastinare ?
Quante volte tutti noi ci siamo trovati in questa situazione, probabilmente succede ogni giorno. Ognuno la risolve a modo suo, magari ispirato dalla situazione; ma quanti modi piĂą “scientifici” ci sono per prendere una decisione?
Come smettere di Procrastinare: 4 consigli
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Perchè decidiamo di scegliere un’opzione rispetto ad un’altra? Una nuova teoria!
Effetto Macbeth: Studiamo la teoria dei giochi per capire come prendere una decisione!
Edward de Bono
Sei Cappelli per pensare – (BUR)
CreativitĂ e Pensiero Laterale – (BUR)
Saper Pensare – (Sovera)
Impara @ pensare – (Sperling & Kupfer)
Sei scarpe per ogni occasione – (Baldini&Castoldi)
Essere Creativi – (Il Sole 24 ORE)
SemplicitĂ – E. De Bono (Sperling & Kupfer)
Paul Sloane
Enigmi del Pensiero Laterale – (BUR)
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